Racconto pubblicato sul catalogo della mostra “Tell mum everything is ok”.

Un ricordo (o un sogno?) connesso a molti interrogativi, periodicamente ritorna quando penso al motivo per cui mi trovo qui. E’ un ricordo (o un sogno?) variegato e sfuggente, orizzontale e spazioso, aperto ed arioso. In un’esistenza precedente ho percorso grandi arterie perpendicolari e parallele, in un’umida bellezza cangiante rugiada, in un grigiore splendente, memore di arcobaleni dimenticati. Facevo parte di un quadrato magico e operoso dove la dimensione orizzontale dell’uguaglianza si fondeva perfettamente con la verticalità del merito e dell’eccellenza. Ricordo una città… grandi spazi verdi e discreti, con un carattere devoto e mite…grandi palazzi, ville, portici… memori di una memoria dimenticata… centro perfetto di questa geometria urbana e catastale ricca di fessure, di sfumature lignee e lapidee, una grande piazza quadrata con una misteriosa costruzione ottagonale…una dimensione aurea e rassicurante. Dimensione mantenuta anche con l’apertura della Porta Principalis Sinistra e con l’avvento di spezie e profumi esotici, invadenti e rumorosi…in aperto contrasto con le erbe della Porta Principalis Destra che da secoli custodivano e delimitavano luoghi fisici e spirituali, con fragranze discrete e rassicuranti, silenziose e curative. L’evoluzione geometrica dello spazio riuscì a conservare il suo centro ed il suo nucleo, accogliendo in sé nuove forme e dimensioni, ridefinendo la sua dimensione aurea e riuscendo (dopo aspre battaglie, e non poche perdite) a respingere e decentrare le dimensioni spaziali ed abitative non consone a tale lignaggio e non spiritualmente affini. Io fui una vittima di questo nuovo ordine geometrico, fui catturato e deportato in un luogo non simmetrico né perpendicolare né ordinato. Alla sicurezza della dimensione e della geometria fece posto l’incertezza degli spazi angusti e delle linee curve e frastagliate, qualsiasi tentativo di distendere mente e territorio fu inesorabilmente destinato al fallimento, in virtù delle risse auree che comprendono le 12 regole secondarie contro le 4 regole principali, che tendono a ridefinire geometricamente e spiritualmente il territorio. Si narra di un pellegrino che attraversò queste terre inesatte…la leggenda narra che conoscesse gli assi cartesiani e la cartografia, e misurava la terra con strani strumenti…definiva questa sua conoscenza geometria (sembra sia stato ritrovato una specie di diario su carta millimetrata) ma soprattutto sapeva come sviluppare il respiro aureo. Fu accusato di eresia e messo al bando dopo un processo sommario dove fu processato per numerologia fraudolenta atta a chiarire ed espandere ciò che non può essere né chiarito né espanso, uso improprio di definizioni non omologate, e respiro non regolamentare. Un manipolo di coraggiosi sta cercando di costruire una geometria mistica con regole spirituali, nel tentativo di risvegliare il respiro aureo, presente in questi luoghi da sempre, ma accuratamente celato. Vi sono appuntamenti a scadenza variabile nei quali si discute di questo respiro aureo dimenticato con esposizione pubblica di manufatti e idee, frequenti sono le risse e gli agguati, le delazioni e i tradimenti, in linea con la migliore tradizione dei natali difficili, ma, si sa che la vocazione è strada irta e complicata. Ora sono qui, (non so ancora bene dove) in luoghi con geometrie fisse con regole variabili, alla ricerca perenne (e ahimè infruttuosa, per adesso) della regola aurea, unico elemento per capire chi sono e che cosa faccio qui. Spesso sogno (o ricordo) la mia esistenza precedente nella città…immerso nell’umida nebbia, cangiante rugiada, nel grigiore splendente memore di arcobaleni dimenticati, nella geometria perfetta della dimensione aurea, e io, bambino, che la attraversavo, parallelamente e perpendicolarmente, con la regola aurea sottobraccio… felice e protetto dai fumi, dalla nebbia e dai gas di scarico.