“Il gusto del Week-end” supplemento settimanale de Il Giornale dell’Umbria in data 16/02/2007

SPELLO – Qualcosa di indefinito, come il sapore dolceamaro della nostalgia, della vita che ci ha sfiorati mentre i nostri pensieri rincorrevano un passato fuggito per sempre o un futuro che forse non avremo mai. L’installazione “Fermo immagine” di Massimo Diosono – con le sue foglie ingiallite dall’autunno e sospese nel volo dai rami alla terra – è un fotogramma a colori intensi che fa riemergere in un piccolo spazio un’infinità di emozioni sommerse. E che racchiude in un linguaggio aperto a differenti sensibilità il tentativo dell’arte di restituire all’uomo ciò che il mondo contemporaneo ha divorato: l’uomo stesso. Che è tale solo quando si lascia trasportare, come foglia, dalla vita che soffia nell’istante presente.

“Il cadere delle foglie catturato come in un ‘fermo immagine’ – spiega l’artista – è quel ‘tra’, quell’istante irripetibile del divenire che non è parte della vita, ma vita in sé. L’uomo contemporaneo sembra non riuscire più ad ‘abitare’ l’attimo presente. In perenne corsa contro il tempo e, in definitiva, contro se stesso, non è più capace di mettere a fuoco emozioni, impressioni, paure. Tutto è rinviato, posticipato a momenti più opportuni, a quando avremo il tempo. Siamo prigionieri di un pensiero che si è smarrito tra il passato da rimuginare e il presente spodestato da un futuro che ancora non ci appartiene”.

Sul pavimento della sala “Wunderkammern”, dove è stata allestita la mostra, un mandala realizzato da Massimo Diosono con la cenere richiama le immagini del legno e dell’albero, e quindi quella della foglia. L’opera, nella sua ricercata e suggestiva fragilità, “sblocca” infatti il “fermo immagine” sulle foglie d’autunno e mostra al visitatore l’intera “pellicola” del divenire: dalla cenere che nutre l’albero, alla foglia che torna alla terra. “Anche in questo caso l’osservatore è lasciato libero nella sua interpretazione – prosegue l’artista -. La caratteristica dell’impermanenza tipica del mandala esprime, arricchendosi di tutte le possibili chiavi di lettura fornite dai visitatori, l’armonia impermanente di un viaggio da vivere istante per istante nelle sue diverse sfumature di colori, pensieri e culture”.

L’esposizione “Fermo immagine”, dal sottotitolo “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, sarà inaugurata domani alle 18.30 presso la “Fenestella Wunderkammern” di Spello (in via Giulia, angolo piazza delle Foglie 3). L’installazione, che sarà accompagnata dal testo critico di Emidio De Albentiis, sarà visibile dall’esterno ogni giorno, fino al 15 aprile, dall’imbrunire alle ore piccole.


“Gusto del weekend” supplemento del Giornale dell’ Umbria in data 24/03/06

“Entwerden, arte e filosofia tra Mandala e legge del divenire”

PERUGIA – Entwerden, sottrarsi al divenire. Questo è il titolo della mostra personale di Massimo Diosono che resterà aperta al pubblico, presso il centro per l’arte contemporanea “ Trebisonda “ di Perugia in via Bramante 26, fino al 2 aprile ( venerdì, sabato e domenica dalle 17,30 alle 19,30 ).
L’esposizione, allestita in due sale, permette ai visitatori di ammirare nei minimi dettagli la peculiare creatività dell’artista e l’eleganza suggestiva delle sue opere.
Tuttavia, parlare di “ mostra “ o di “ esposizione “ è forse in questo caso molto riduttivo.
In effetti, la dimensione artistica dell’installazione di Massimo Diosono è prima di tutto un invito a una profonda riflessione. Un invito che l’artista rivolge soprattutto all’Occidente e al suo vano, e spesso doloroso, tentativo di esorcizzare in mille modi lo scorrere del tempo. Massimo Diosono ha realizzato questo autentico spazio per il pensiero usando i Mandala e i simboli ancestrali di un linguaggio universale.
Con i segni del cerchio e del quadrato, l’artista ha dato forme e dimensioni a diversi tipi di cenere, realizzando così un Mandala che racchiude un’infinità di messaggi.
La capacità del visitatore di entrare in questo viaggio affascinante, che parte dall’opera e si conclude nell’opera dopo aver toccato le corde più sensibili dell’intelletto, dipende solo dalla disposizione mentale del visitatore stesso, come è sottolineato all’ingresso della mostra da una frase del maestro Zen Shunryu Suzuki: “ Nella mente di principiante ci sono molte possibilità, in quella da esperto poche”.
Il messaggio più immediato è forse quello legato allo scorrere del tempo, al divenire. Il Mandala infatti colpisce l’attenzione del visitatore per l’apparente contraddizione tra la bellezza e la complessità del lavoro da una parte e la sua fragilità dall’altra: “ Un capolavoro del genere andava fatto in marmo “, è il pensiero istintivo di chi si perde tra i colori della cenere. Ed è qui, in questa riflessione che accomuna quasi tutti i visitatori, che il messaggio dell’artista può farsi strada.
“ Ogni cosa è destinata a divenire – spiega Massimo Diosono – ma questa realtà non dovrebbe spaventarci, come invece accade. Non comprenderla o non accettarla vuol dire non solo sprecare energie e tempo, ma soprattutto non cogliere il gusto e l’essenza della vita.”. Diosono ha messo nel suo lavoro, granello dopo granello, arte e passione, vivendo pienamente l’istante creativo con i suoi dubbi e le sue soddisfazioni. Che l’ispirazione prendesse forma con la cenere o con il marmo, questo era un fatto irrilevante. O meglio, lo era solo in relazione al concetto del divenire, perché la scelta della cenere esprime altri messaggi, spesso nascosti uno nell’altro, come nel gioco delle scatole cinesi. La possibilità di aprire questi codici dipende ancora una volta dall’apertura interiore di chi ammira l’opera.
Tra il Mandala di cenere e quelli di tela installati su una parete della sala espositiva “ non c’è alcuna differenza – continua l’artista – entrambi i lavori sono destinati, in tempi diversi, alla fine. Ció che importa è l’aver vissuto nella sua pienezza il momento della realizzazione, quel preciso attimo che non si ripeterà più”.
Un concetto ribadito all’uscita della mostra con un passo tratto dalla Bibbia: “Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito”.